20 SETTEMBRE 2021

Cubi Srl e il futuro delle energie rinnovabili

Cubi srl, fondata nel 1985, è operativa nel settore elettrico e meccanico. Quest’anno ha realizzato cinque MW per i propri clienti industriali di fotovoltaico tutto in autoconsumo. Il sales manager Elia Cubi ci ha dato la sua opinione riguardo le energie rinnovabili e l’Ecobonus previsto dal Governo.

Voi producete e fornite Impianti Fotovoltaici per le energie rinnovabili. Com’è cambiato il mercato e la domanda, soprattutto quest’anno con la pandemia e il rincaro bollette?

La prima considerazione da fare è che il rimbalzo che c’è stato sul mercato elettrico è legato al post-Covid. Il prezzo dell’energia è correlato alle attività di produzione, ne consegue che con la chiusura di quasi tutte le attività produttive questo ha determinato un calo brutale dei prezzi, per poi risalire al momento della riapertura. Non è avvenuto alcun rincaro, si è tornati al prezzo pre-Covid, e per il mercato è un indice positivo perché fa emergere che la ripartenza delle attività produttive è avvenuta. Per quanto riguarda il mercato dell’energia rinnovabile, dal punto di vista della potenzialità la sua evoluzione è migliorata per due aspetti: il prezzo, come nel caso del fotovoltaico, che è diventato più competitivo, e il rendimento degli impianti, che è notevolmente aumentato.

A seguito dell’Ecobonus ci sarà una conversione più ampia al rinnovabile?

Bisogna fare un discorso di stampo tecnico-legale. Lo spirito della legge è più che corretto, perché noi italiani siamo in ritardo rispetto al piano industriale europeo per l’efficientamento energetico. L’unico problema che sto riscontrando è che da parte dei professionisti (architetti e ingegneri) c’è molta paura ad affrontare questi progetti. L’asseverazione comporta infatti una responsabilità sul soggetto che assevera (quindi sull’ingegnere) molto pesante. La parte legislativa è complicata, quindi basta un minimo errore per ritrovarsi ad avere contestazioni da parte delle Agenzie delle entrate. Questa situazione sta quindi spaventando il mondo dei professionisti.

Alla luce di queste osservazioni qual è il futuro del rinnovabile in Veneto e – più in generale – in Italia?

A mio avviso non esiste il “futuro” del rinnovabile, esiste il “presente”. Ho iniziato a seguire questa tecnologia dal 2009, di ritorno dagli Stati Uniti. Al tempo questo settore era percepito con una certa distanza, mentre ora è un mercato reale e presente. Ormai le energie rinnovabili sono una parte concreta dei progetti e del campo della costruzione. Sarà una tecnologia sempre più forte, in quanto è in continuo miglioramento, sia dal punto di vista economico, con prezzi sempre più competitivi, sia da parte degli investimenti delle multinazionali e di redditività intesa come prestazioni, che sono sempre più alte. Un esempio: il prossimo anno, il leader del settore delle celle fotovoltaiche Longi partirà con la produzione su larga scala di 400 watt a pannello, rispetto ai 120 del 2009; si è passati quindi ad avere una potenza quattro volte maggiore nello stesso spazio fisico.

Quindi le prospettive sono positive

Il problema è che non abbiamo altre possibilità! Ci sono sicuramente i benefici ambientali ma è in ogni caso una tecnologia matura sotto tutti gli aspetti. Prima il rinnovabile era una filosofia legata prettamente all’ambiente, ora è anche competitivo il mercato. Il pubblico è poi sempre più sensibile all’elemento green, quindi si tende a investire anche per un aspetto formale di fronte alla clientela, usandolo anche a livello commerciale. Considerato che l’Italia dal primo posto in cui si trovava si è bloccata ed è rimasta ferma a causa di un sistema incentivante sbagliato e da forme scorrette di aiuti, dopo un ritardo di dieci anni io vedo il settore in positiva crescita.

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